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al testo di Annalisa Scialpi
Ma tu lo stesso, venisti
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Io ti chiamai ma, ad un tratto, venisti e mi sembrasti troppo. Mi stavo abituando alla pastina alle sette di sera, sentendomi vecchia all'improvviso, piena di artriti dentro le vene. Ma tu lo stesso, venisti. Da dove prendevi la gioventù, da quale tasca segreta attingevi illusioni, ancora, a piene mani? Troppo caldo il tuo fiato sul mio collo, allertò la fiamma. Ti chiesi se sapevi contare i lividi. Drenare le piogge. Ammansire vulcani. Tu non rispondesti. Eri venuto, per restare.
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Livia
- 21/02/2024 21:13:00
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Una triste dolcezza in questa tua bella poesia, la vecchiaia non perdona nulla al tempo tranne forse lo spirito che in modo autonomo tenta ancora di affermarsi. Ciao Annalisa.
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